ROSSO FREDDO | Studi Festival #3 - Milano

14 – 18 marzo 2017
FOCUS ON: 15 marzo 2017 dalle ore 18:00
via Piranesi 25, Milano EST

rosso freddo invito

Davide Allieri, Mattia Barbieri, Francesco Fossati, Sophie Ko, Monica Mazzone, Danilo Vuolo

In occasione di Studi Festival 2017, lo studio di Monica Mazzone e Mattia Barbieri ospita la mostra ROSSO FREDDO, un progetto espositivo che pone una riflessione sull’atto compositivo, indagandone, attraverso la ricerca degli artisti invitati, gli aspetti che definiscono l’identità di questa azione spesso manifesta in un tempo di confine della volontà creativa.

Espressione tratta da uno scritto di Vasilij Kandinskij, ROSSO FREDDO è, dunque, un’indagine aperta sul concetto di “composizione”.
Comporre (dal latino “cum ponere”: mettere vicino) significa, appunto, mettere insieme due o più forme oppure due o più colori coordinandoli; stabilendo, cioè, tra loro dei rapporti biunivoci e interdisciplinari allo stesso tempo, con un’alternanza di sensazioni quali equilibrio-sbilanciamento / dimostrazione-incompiutezza.
Per ogni artista, agisca egli per istinto oppure per calcolo, che ricavi le immagini dalla realtà o dal mondo della fantasia, la composizione è il “momento inevitabile”, essenziale e primario.

Il lavoro di Davide Allieri si muove tra la scultura e l’installazione cercando di ribaltare la funzione che esiste tra l’opera d’arte e il suo display espositivo, in un rapporto alterato tra pieno e vuoto, tra un soggetto e il suo oggetto del desiderio, tra una forma precisa e l’eterno incompiuto, tra il classico e il frammento mancante.

Francesco Fossati presenta due opere su tela che appartengo alla recente serie Organic Pictures. I lavori sono realizzati con il minore impatto ambientale possibile poiché interamente costituiti da materiale di origine vegetale, in parte coltivato dall’autore. La serie analizza il rapporto tra uomo e natura dando a quest’ultima un ruolo di fondamentale importanza tanto da essere considerata coautrice delle opere.

Il dittico di Mattia Barbieri appare come un disegno eseguito in Photoshop. ⌘ C -⌘ V del volto nell’area a fianco. I supporti sagomati dichiarano la loro natura scultorea che, complice del gesto pittorico, simula un’ulteriore tridimensionalità illudendoci di essere di fronte ad una nicchia. Lo spazio pittorico si palesa con gli elementi e le sue ombre: uno schermo sospeso in aria ospita una scena d’altri tempi, mentre tre biglie roteanti lo sovrastano. Il dipinto è concepito come un dispositivo in cui si configurano finestre. La fotografia di un istante. Una superficie in cui tutto è pieno e frontale.

Sophie Ko espone Sommersi (e) salvati un’opera recente composta da pietra, vetro, telo termico, una farfalla “Cymothoe Sangaris” e un morsetto.  Il telo termico rinvia al corpo umano, agli istanti di pericolo che attraversano la sua esistenza. La farfalla è una conferma all’irrinunciabile appartenenza dell’uomo alla terra, allo strenuo e labile radicamento di ogni sua attività alla terraferma.

Le Immagini-Oggetto di Monica Mazzone, così l’artista definisce i propri lavori, sottolineano il superamento dell’idea di bidimensionalità e tridimensionalità, in una continuità di senso fra disegno-scultura-pittura. L’intenzione di “aggiungere alle forme minime una carica emotiva controllata” rende empirico il processo geometrico che produce un’immagine visiva rigorosa con un impulso sentimentale. Nello specifico, Solidi Nominali 011 rappresenta l’impossibilità fattiva di costruire un endecagono regolare pur attenendosi alla costruzione tecnica perfetta del poligono inscritto in un cerchio, descrivendo una dimensione ipotetica ma plausibile, mentale e reale allo stesso tempo.

Fuga in levare di Danilo Vuolo è un gioco di sovrapposizioni e sottrazioni. In termini musicali, il tempo espresso in levare è la silenziosa durata che intercorre tra un battito e l’altro del metronomo, esso è la struttura sincopata dell'intera performance, una coreografia geometrica composta da gesti e suoni meccanici.  “Ho detto, che la camicia, non me la metto e non la metto!” è la dichiarazione di un corpo che vuole sbarazzarsi della comunicazione formale per rimanere neutro di fronte allo specchio. L’incomunicabile diniego attende d’essere espresso, nasce nelle pieghe del ritmo, posizionato e composto come solo i bravi bimbi sanno fare. 

Francesco Fossati, 01 (Banano), 2016, ecoprint su lino, telaio in abete da riforestazione, 95 x 145 cm

Francesco Fossati, 01 (Banano), 2016, ecoprint su lino, telaio in abete da riforestazione, 95 x 145 cm